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Il Dr Pier Luca Astro realizza muri a secco nelle province di Genova e La Spezia: è docente in corsi di formazione aziendale

Realizzazione Muri a secco a La Spezia

L’arte della lavorazione della pietra da costruzione è un elemento importante della cultura delle zone rurali. La realizzazione dei muri a secco integra il patrimonio paesaggistico e naturale della Liguria.

muri a secco sant ilario
muri a secco sant ilario

Ma com'è fatto un muro a secco?

Simbolo dell’architettura rurale, tecnica antica tramandata di padre in figlio. Strumento di prevenzione e di contenimento delle frane e perfetta cornice per una viticoltura sostenibile. I muri a secco sono stati recentemente riconosciuti patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.

Il muro a secco è costruito in pietra senza impiego di leganti cementizi. Vere e proprie opere d’arte, i muri a secco sono i primi esempi di manufatti umani, opere d’ingegno che sin dalle origini hanno avuto come scopo quello di modellare il paesaggio rurale per ricavarne un uso ma senza sconvolgerne l’equilibrio naturale

Muro a secco: le origini e le tecniche

L’arte del muro a secco ha delle origini antichissime, che risalgono probabilmente al periodo messapico o neolitico. Nei secoli questa particolare tecnica di costruzione si è tramandata oralmente di generazione in generazione, conservando quelle che sono le sue caratteristiche strutturali e peculiarità.

Il muro a secco altro non è altro che la sovrapposizione di pietre naturali non tenute tra loro da leganti o malte, generalmente di forma trapezoidale mentre le tecniche di costruzione del muro a secco sono essenzialmente due:

• La prima prevede di posizionare le pietre le une sulle altre sovrapponendole e andando poi a riempire gli spazi con l’ardesia in un secondo momento;

• La seconda invece richiede di tagliare le pietre in maniera tale che possano combaciare andando in sostanza a creare una sorta di puzzle nel quale tutti gli elementi si incastrano alla perfezione.

Si comprende quindi che l’arte del muro a secco richiede esperienza e una grande manualità, come testimoniato dal fatto che quest’arte viene portata avanti da vere e proprie figure professionali specializzate come gli Ingegneri Naturalistici.

Muretto a secco realizzato dai corsisti
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La candidatura UNESCO e il censimento in Italia

La candidatura dei muri a secco al Patrimonio UNESCO costituisce un’importante occasione per riscoprire una tecnica dal grande valore storico, artistico e culturale di tutti quei paesi che ne hanno promosso la diffusione. Non è un caso che alla candidatura UNESCO abbiano aderito oltre all’Italia, anche la Grecia, la Francia, la Svizzera, la Spagna e Cipro.

Per quanto concerne la diffusione dell’arte del muro a secco nel nostro paese, è innegabile che si tratti di una caratteristica peculiare di molte regioni italiane, dal Nord al Sud. Al momento sono stati censiti in Italia circa 170mila chilometri di muri a secco, sebbene si stimi che la cifra possa raggiungere quota 300mila.

La riscoperta dei muri a secco non è solo un modo per riportare in auge una antica tecnica di costruzione, ma anche uno strumento per creare un nuovo modello di sviluppo in grado di portare ricchezza senza arrecare danni all’ecosistema

Scuole e iniziative

La rinascita dell’arte del muro a secco sta portando anche a una nuova vitalità e attenzione, che si è concretizzata nella nascita di scuole, volte a formare figure professionali specializzate, ma anche nell’organizzazione di festival e corsi dedicati a questa antica tecnica.

Tra le scuole spicca senza dubbio La Scuola Trentina della Pietra a Secco, il cui obiettivo è appunto quello di formare dei costruttori esperti nella realizzazione e nel recupero dei muri in pietra.

I corsi pratici e teorici sono strutturati in primo livello (introduttivo) e in secondo livello (avanzati) e sono essenzialmente indirizzati ad artigiani, liberi professionisti, agricoltori e appassionati che desiderano apprendere l’arte della costruzione dei muri a secco e delle pavimentazioni in pietra.

Ad oggi sono già 18 gli artigiani specializzati che dopo due anni di corso hanno potuto conquistare l’ambito titolo.